venerdì 7 marzo 2008

La Signora della 3 e il Signore di République

I matti vanno contenti, sull'orlo della normalità,
come stelle cadenti, nel mare della Tranquillità.
Trasportando grosse buste di plastica del peso totale del cuore,
piene di spazzatura e di silenzio, piene di freddo e rumore.

I matti di F.De Gregori


Ogni giorno, da 6 mesi a questa parte, durante il tragitto di andata o di ritorno d/al lavoro incontro 2 personaggi straordinari.
La Signora della linea 3 della metro e il Signore di République.

La Signora della 3 è una donna che sale sul vagone da Opéra in poi, resta il tempo di 1 o 2 fermate e poi ringrazia e scende.
E una donna sulla sessantina dai capelli a caschetto castano chiari. E vestita da boscaiolo canadese, scarpe da ginna sfasciate, jeans rattoppati ovunque e camicia di flanella a scacchi verde e blu. Porta sempre sulle spalle uno zaino di Lupo Alberto, anch'esso pieno di toppe. In mano ha sempre dei ritagli di giornali: a volte rosa come l'FT, a volte Le Figaro, Le Monde, La Repubblica o il Corriere.
La Signora della 3 parla sempre a tutti, la sua lingua è stupenda. E un misto di italiano, francese e altra lingua romanza... tipo romeno.
Ogni giorno che la vedo la ammiro. Saltella nel vagone come una bambina di 13 anni, sorride e sul suo viso non c'é traccia della sua follia ma c'é il sole.
I suoi giornali sono sempre "up-to-date".
Quando mori Pavarotti sbandierava la prima pagina del Corriere e intonava arie pavarottiane. Sempre col suo sorriso solare.
Quando Sarko' e CarlàBruni' si sono sposati ripeteva continuamente:
Sarkozy katalya scolantur espossi Carla Bruni. Beeellla. Adosky perosky Paris
La Signora della 3 quando è caduto il governo Prodi ripeteva continuamente i nomi di Berlusconi, Prodi e Mastella.
Alla Signora della 3 do sovente le monetine che ho in tasca o un ticket ristorante.
La signora della 3 è affettuosa, se le dai qualcosa ti si piazza davanti e, tra mille sorrisi, ti ringrazia, si inchina e parla nella sua lingua.
La Signora della 3 quando ha finito il suo spettacolo esce dal vagone, al suono della chiusura delle porte, fa un inchino e mima la chiusura delle porte.

Il Signore di République è un uomo africano che bivacca davanti a un vespasiano a monetine*, e canta a squarciagola canzoni africane.
Il timbro della sua voce è caldo, ampio, solare. Ogni volta che lo sento vengo catapultata in Africa. Anche lui è straordinario. La sua voce, il sui sorriso, la sua tranquillità mi disarmano.
Durante l'estate lo si sente sin dall'ufficio, e durante questi concerti estivi siamo tutti presi dal mal d'Africa.

Queste due persone sono i miei compagni di ogni giorno, se non li vedo sono triste, mi chiedo dove possono essere spariti e perché non sono li a darmi il loro buongiorno.




*vespasiano a monetine: sono quei parallelepipedi beige che ogni tanto si vedono sparsi qua e là per le città di Francia. Bisogna mettere una monetina perchè si apra la porta e poter entrare a fare quello che più si desidera in quell'istante.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo di sapere di chi stai parlando cara bagnacaoda, la signora della linea 3 la vedevo anche io spesso quando abitavo a parigi. grazie per la tua descrizione perche' mi hai fatto ritornare in mente diversi bei ricordi...